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Beatrice Azzolina

COS’È LA KOMBUCHA?

Aggiornamento: 23 ott

Se vogliamo dirlo in modo semplice semplice, la kombucha è un tè fermentato.

Infatti la procedura, ridotta all’osso, è quella di lasciar fermentare il tè zuccherato con uno starter - ovvero un liquido già in processo di fermentazione - e lo SCOBY (un acronimo dall’inglese di Symbiotic Culture of Bacteria and Yeast).

Questo processo di fermentazione riesce a creare degli acidi essenziali che sono in grado di purificare il corpo e che sono anche fonte di microrganismi probiotici che agiscono sulla salute generale e in particolare sul sistema immunitario e su quello digerente.


Dopo questa breve introduzione è normale chiedersi che cosa vogliano dire davvero tutte queste parole, che per alcuni possono essere completamente nuove. Sicuramente tutti sanno più o meno cos’è il tè, ovvero le foglie di Camellia sinensis, ma non tutti hanno con certezza una definizione di “fermentazione”.


Vogliamo iniziare questa sezione sul concetto di “fermentazione” sottolineando il lunghissimo rapporto che lega noi esseri umani - e viventi in generale - ai batteri. Abbiamo compiuto un processo di coevoluzione e ora diversi tipi di organismi, cellule umane, batteri, lieviti, virus e parassiti vivono in simbiosi nel e sul nostro organismo.

L’idea di essere completamente circondati, all’interno e all’esterno, di batteri può sembrare un po’ disgustosa e ci può far storcere il naso.

In realtà, abbiamo questa sensazione perché siamo soliti collegare la parola “batteri” con concetti negativi come malattia, sporco, muffa.


Questo pregiudizio nei confronti dei batteri non è per nulla giustificato e, anzi, molto spesso loro sono nostri alleati. È ormai assodato, infatti, che il sistema nervoso enterico, nell’intestino, sia un vero e proprio secondo cervello, strettamente connesso con quello che abbiamo sotto al cranio - sarà per questo che a volte facciamo delle scelte “di pancia”?

Per questo motivo, consumare cibi e bevande fermentate non può che essere positivo per il nostro corpo, per supportare la colonia batterica che già ci abita e per aiutarla ad affrontare le sfide che si trova ad affrontare quotidianamente, come lo stress, una dieta non equilibrata o un periodo un po’ diverso dal solito. I cibi e le bevande fermentate, infatti, sono ricchi di probiotici ovvero batteri buoni per la salute del nostro intestino.


Si può pensare che sia difficile riuscire ad integrare prodotti fermentati nella propria dieta ma in realtà loro sono più vicini a noi di quanto si immagini: si pensi allo yogurt, a tanti formaggi, ai crauti, al miso, al tempeh, al kimchi, al vino, alla birra, alla kombucha.

Sicuramente, ognuno di noi ha mangiato almeno una volta nella vita uno di questi prodotti o bevande. E sicuramente, ognuno di noi ha provato piacere oltre che dei benefici fisici tangibili.


Quando sono fatte bene, infatti, le fermentazioni possono aiutare ad assorbire meglio i nutrienti, a sintetizzare le vitamine, a digerire le proteine e a risettare l’omeostasi interna del nostro organismo.


Oltre ad essere benefica per noi, la fermentazione è stata da sempre anche un metodo di conservazione dei prodotti stagionali, specialmente prima dell’avvento della refrigerazione in epoca contemporanea. Questo processo ha permesso a tante popolazioni di avere cibo sano anche in periodi dell’anno in cui la terra non riusciva a donare tutti i suoi frutti e le sue verdure.

In passato, oltretutto, la necessità di assicurarsi la salubrità dell’acqua da bere ha spinto molte popolazioni a far fermentare foglie e frutta assieme all’acqua.

Probabilmente le prime bevande fermentate sono nate da incidenti in cui dell’acqua e degli altri elementi dimenticati si sono trasformati completamente grazie alla presenza di lieviti e batteri selvaggi. Da quel momento, questo processo di fermentazione è stato utilizzato per creare medicinali, bevande, cibi e quindi ha rappresentato anche un’evoluzione nutrizionale, sociale e culturale.



Quindi, grazie a questo processo chiamato fermentazione, che ora conosciamo un po’ meglio, un semplice tè zuccherato si trasforma in una bevanda sana e frizzantina, la nostra Kombucha.


Una delle prime testimonianze del consumo di kombucha risale al 221 a.C. in Cina, durante la dinastia Tsin. All’epoca e nel corso dei secoli è stato chiamato “tè dell’immortalità” proprio per le sue qualità uniche, oltre che per il mistero della fermentazione che porta sempre con sé. Dall’Asia è arrivato presto anche in Est Europa e in Russia, dove viene usato ormai da secoli.


Dopo tutte queste informazioni, probabilmente ci si chiederà perché proprio la kombucha e non tutti gli altri fermentati?

In realtà il nostro consiglio è di consumare più cibi e bevande fermentati possibile, quindi la kombucha è sicuramente uno di questi. Ma un’altra risposta risiede nella versatilità e nell’enorme diffusione di questa bevanda. Può essere consumata in qualsiasi momento della giornata, può essere più acida o più dolce a seconda delle caratteristiche della fermentazione, viene aromatizzata, ci si può sbizzarrire con i gusti e i sapori e si abbina bene a quasi tutti i cibi più buoni. È vero però che l’amore per questa bevanda è anche un mistero, alcuni non riescono proprio a farsela piacere, altri non sanno bene perché la apprezzino e un piccolo gruppetto - che però sta crescendo - se ne è innamorato così tanto da farlo diventare il proprio lavoro.


È una bevanda così famosa e conosciuta anche perché va bene per tutti i tipi di diete, che sia quella vegetariana, quella vegana o quella altamente proteica.

Non è una panacea per tutti i mali, come nessun cibo o nessuna bevanda, ma può essere davvero un grande alleato per la nostra salute.

La kombucha è, infatti, un adattogeno, che riesce a riequilibrare il nostro corpo agendo su tutti i nostri organi. La kombucha aiuta ad avere una digestione sana grazie al suo apporto di probiotici e contiene le vitamine del gruppo B e la vitamina C, tutte in forme biodisponibili. Il consumo di questa bevanda, inoltre, può aiutarci a diminuire il consumo di caffeina e zucchero, sostituendo alcune bevande energetiche e zuccherate o il caffè nei momenti della giornata in cui abbiamo bisogno di qualcosa che ci tiri sù o semplicemente siamo abituati al rito di fare una pausa.


Non ci resta, quindi, che darvi alcuni consigli su come iniziare a bere kombucha o, se siete già bevitori, come poter introdurre amici/parenti/colleghi a questo antico tonico orientale.

Sicuramente, la prima cosa che ci sentiamo di dire è di non iniziare a parlare con termini troppo scientifici o cercare di convincere solo con i benefici di questa bevanda. In fin dei conti deve essere un piacere e non tutti sono disposti a bere qualcosa che non gradiscono solo perché “fa bene”. Provate a portare la kombucha a qualche festa, magari dite solo che si tratta di un tè un po’ frizzantino e lasciate agli altri ospiti la libertà di provarlo. Se questo metodo non funziona, provate ad offrire un bel bicchiere di kombucha allungata con un po’ di acqua e con qualche cubetto di ghiaccio. È un bellissimo drink anche per gli aperitivi e le serate in compagnia. E se anche in questo caso non li avete convinti, provate a fare dei cocktail con la kombucha. I benefici della fermentazione ci saranno lo stesso, e i vostri amici avranno un primo incontro con questa bevanda più familiare. Poi, ma questo non dite che ve l’abbiamo detto voi, quando saranno un po’ brilli potrete dar loro una kombucha pura e si convertiranno.








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